Il Guidismo ha “preceduto” Greta, ma noi l’abbiamo dimenticato. È importante scoprire la natura, i suoi ritmi, la sua bellezza e ricchezza da bambini; è il trampolino di lancio per rispettarla e custodirla poi da adulti.

Appena potete uscite all’apertoP.B.

Ho incontrato Cinzia, una Coccinella di Agnese B. oggi docente, sposa e madre. Mi parlò di quanto quella sua esperienza di bimba la accompagnasse ancora con dolcezza. Aveva l’impressione di aver vissuto dentro una favola, ma da protagonista, perché le attività delle Coccinelle erano come immerse in un’atmosfera magica, incantata.
Agnese sapeva trasmettere il simbolismo con la concretezza delle esperienze. Usava il racconto come strumento di comunicazione di modelli educativi.
Riportiamo come esempio la fiaba “del vecchio del bosco”, trama di un accantonamento dove le Coccinelle vivono ogni giorno le meravigliose scoperte del pastorello Sandri.
Canto: Coccinella vieni qui con me

La fiaba del vecchio del bosco

“Care bambine, sono felice che voi siate venute quassù a tenermi compagnia, sono felice di dividere con voi questo silenzio e questa pace.

Voi che venite da lontano, avete forse incontrato sui sentieri del mondo un pastorello di nome Sandri con un bel gregge di pecorelle bianche?

Anni e anni fa Sandri viveva quassù ed era il mio grande amico. Era un pastorello orfano e triste con due grandi occhi di cielo trasparenti come i vostri. Pascolava per mesi e mesi le sue pecorelle su questa radura, era solo, nessuno gli voleva bene, le giornate erano lunghe, lunghe, le notti più lunghe ancora. Il cielo gli pesava sul cuore.

Un giorno venne da queste parti richiamato dal suono del mio flauto. Si avvicinò un po’ timido e scontroso, si mise a sedere qui vicino a me, e mi ascoltò in silenzio. Quando smisi di suonare egli cominciò a parlare. Era tanto tempo che non parlava povero Sandri!

Mi disse tutto della sua vita di pastorello solitario, della sua noia, delle sue paure, della sua malinconia, poi finalmente venne la sera e si addormentò, con la testa sulle mie ginocchia, mentre le sue pecore riposavano lì sul prato, bianche nella notte chiara di luna.

Per molte e molte ore non mi mossi per timore di svegliarlo, non mi mossi e pregai. Alla mia preghiera rispose un Angelo in un grande bagliore di cielo ed io gli dissi “Guarda, questo bimbo è triste. Parlagli al cuore”. L’Angelo parlò piano, piano al cuore del pastorello addormentato.
I fanciulli anche nel sonno capiscono il linguaggio degli Angeli. E Sandri capì. Capì cosa intendeva l’Angelo quando gli diceva “Il mondo è bello Sandri. Apri gli occhi, leggi le belle storie che il Padre celeste ha scritto nella natura per te”.

All’alba Sandri si svegliò, si stiracchiò e si fregò gli occhi forte forte, così come fate voi al mattino appena svegli e poi si alzò di un balzo e guardò il sole, il verde del prato, l’azzurro del cielo, il bianco suo gregge e disse col volto risplendente:

“Mio Dio, com’è bello il mondo che vive del Tuo Amore!”
Da quel momento incominciò per lui una vita nuova fatta di scoperte e di allegria. Questi luoghi che già conosceva da tanto tempo, egli li rivide con occhi nuovi, così come li vedete voi oggi per la prima volta. Le ore del giorno non gli bastavano più per scoprire, vedere, osservare, ascoltare.
Non era più solo, tutti gli uccellini del bosco diventarono suoi amici perché egli, che non se ne stava più chiuso nel guscio della sua malinconia, si accorse di loro e a poco a poco capì il loro linguaggio, capì anche il linguaggio delle cose, degli alberi, dei fili d’erba del prato, e, di notte, nel grande silenzio del mondo, osservò la danza delle stelle…

Il suo piccolo cuore era così pieno di gioia che non ce la faceva a tenerla tutta per sé e spesso scriveva dei messaggi e li affidava al vento o agli uccellini, o li nascondeva sotto ai sassi, o nel cavo degli alberi.

Io gli chiesi un giorno: “Dimmi Sandri, ma per chi scrivi tutti questi messaggi?” ed egli rispose: “L’angelo mi disse: non c’è felicità più grande che quella di donarla agli altri. Ed io sono solo quassù ed ho il cuore pieno di cose belle e ho tanto da raccontare e tanta voglia di avere degli
amici. Così scrivo per quelli che verranno”.

“Adesso Sandri è partito – i pastori non si fermano mai a lungo sullo stesso pascolo – ma ora, care Coccinelle, siete venute voi quassù: questi messaggi sono dunque per voi. Li troverete, ne sono certo, ad uno ad uno li raccoglierete, e li vivrete seguendo le tracce che il gregge di Sandri ha lasciato in questi luoghi.”

Trascriviamo alcuni messaggi di Sandri:
“Da questa notte, ma cosa è mai successo? la gioia è venuta ad abitare nel mio cuore. Non sono più solo. Mi sento al sicuro sotto al grande cielo come quando ero piccino tra le braccia della mia mamma”.

“In questo fresco mattino il mio cuore sale a Te che mi regali tante cose belle e buone. Io ti offro ogni momento di questa giornata tutta nuova. Tienimi per mano e aiutami a riconoscere le tue tracce sul mio sentiero. Tu sei la Bellezza, la Gioia e l’Amore”.

E Sandri aiutò i suoi nuovi amici a scoprire la bellezza del mondo.
“Tante cose prima ignote ora parlano al mio cuore:
la monotona cicala,
la rugiada notturna,
la graziosa pratolina,
l’uccellino incantatore.
E io godo, godo, godo
contemplando il sole d’oro”.
“Un ragno ha intessuto la sua tela attraverso il mio sentiero. Le gocce di rugiada
brillavano sui fili come tante perline. Ogni gocciolina rifletteva tutti i colori del mondo. Ho detto
alle mie pecorelle ‘Cerchiamoci un’altra strada, di qui non si passa’. Il ragno mi ha detto ‘grazie
pastorello’.

I raggi di sole felici seguitavano a giocare con le goccioline di rugiada”.

(Centro Studi “Agnese Baggio”, Le fiabe di Agnese, ed. Apogeo, Adria, 2008.
Questa fiaba è stata il filo conduttore di un accantonamento del Cerchio della Meraviglia delle Coccinelle di Adria e di tutto l’anno scaut seguente. Le Coccinelle trovavano i messaggi ogni giorno, anche più di uno al giorno e in tutte le riunioni (anche i via messaggi personali). Ed erano i messaggi a guidare il significato delle attività di quel giorno o di quella riunione.)