Nelle varie branche

Il tempo della preghiera non è mai stato un momento a sé stante, un dovere, una consuetudine, rispettabile ma priva di senso e slegata da ciò che si stava vivendo, era invece un tutt’uno scegliendo canti e preghiere che riconducessero alle stesse attività. A volte erano preghiere spontanee. Venivano creati momenti di calma, di silenzio, in modo da trasmettere che Dio era fra noi, giocava con noi, avvolgeva la nostra vita.
ALCUNI ESEMPI

  • Per la 1° Comunione delle Coccinelle Agnese ideò la Caccia alla Fonte dell’Amore, dove scoprirono l’Eucarestia, sempre esposta nella Chiesa dell’Adorazione;
  • Le Veglie di Natale erano di Ceppo e su un tema di attualità per far presente Cristo vivo nella vita del mondo;
  • Il motto del nostro primo Campo è stato: “Alza il sasso e lì mi troverai, spezza il legno ed Io li sono” (Vangeli apografi)
  • Inoltre al raduno nazionale Scolte a Bologna (1968) il motto/guida è stato “Che vedi tu Geremia? Vedo un mandorlo in fiore che fa da Scolta alla primavera”, sintesi che personalmente trovo perfetta per i Fuochi.

A parere del nostro gruppo di lavoro, sulla base della nostra personale esperienza rileviamo che attualmente il “discorso di fede” è stato affidato in molti casi agli A.E., che magari seguono schemi adatti ad altre associazioni cattoliche che hanno però altre finalità catechistiche, caritative, di animazione parrocchiale ecc.. Nell’AGI sono le Capo che testimoniano una fede, nel nostro caso “il cristianesimo” con la loro vita, la loro ricerca personale. Certo sono le Parrocchie che offrono ospitalità ai gruppi scout, ma questo gesto non li fa diventare depositari del metodo scout, come diceva mons. Gottardi, A,E, del Veneto e intelligente maestro di vita.
Noi non abbiamo annualmente da seguire il Piano organico come faceva la Gioventù Femminile di Azione Cattolica. Credo sia un nodo molto delicato e bloccante che, con attenzione, buona volontà reciproca e un po’ di senso dell’umorismo, deve essere affrontato, per il bene dei /delle nostri/e ragazzi/e. A nostro parere è la Co.CA che decide ogni cosa riflettendo con saggezza, tramite una diarchia che funzioni non con una parte “sottomessa e passiva” (aggettivi usati spesso da santa Caterina da Siena quando voleva spronare all’azione dame, regnanti e papi della sua epoca).

Per approfondire il tema vi rimandiamo al testo allegato “Atti del convegno di Venezia sull’Educazione cristiana della Guida”. (A.G.I., Considerazioni sulla Educazione Cristiana della Guida, 1967.)

CANTO: Il Signore fece a me cose grandi

Agnese Baggio ha lasciato scritto nel suo Testamento “Cantatelo per me, perché mi è stato concesso di prender parte al vostro “campo di lavoro” – Ora il nostro grande gioco s’inoltra nel Mistero!