Rimangono aperti per le guide e gli scaut tre interrogativi planetari in questi faticosi anni 2000

1. La diarchia va bene finché non diventa una moto, dove lui è davanti alla guida e lei è seduta passiva sul seggiolino posteriore. Forse è più corretto ripensarla, magari andando a piedi ma con lo stesso passo. Forse così non si sentirà più dire da una ragazzina “io sono una rover”: La Guida (lo Scout) pone il suo onore nel meritare fiducia.

2. La fraternità mondiale è un punto forte dello scoutismo in generale, senza distinzioni ideologiche, o di religione, o di tradizioni culturali. Fa scuola il ragazzo migrante Mounir che era con noi per caso, e che si illuminò vedendo due scout in uniforme. Come un fiume in piena ci raccontò in francese che era un monitore scout di Casablanca, e che per lui i due ragazzi erano suoi fratelli. Perché i figli/figlie di migranti entrano nei nostri gruppi, ma non ci restano? Dove sbagliamo? Che cosa li scoraggia? La Guida e lo Scout sono amici di tutti e fratelli di ogni altro scout.

3. “Appena potete uscite all’aperto” (B.P.). Si riesce a farci tornare fuori, all’aria aperta, fuori dal chiuso delle sedi e degli oratori, a scoprire percorsi natura vecchi e nuovi e altri magari inventati da noi? La Guida/lo scout vede l’opera di Dio nella natura. (art.6 della Legge scout)”.

Il Centro Studi vi ringrazia se ci manderete le vostre sperimentazioni in merito. Buona Via a tutte/tutti.